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Modello per l’impugnazione del trasferimento del lavoratore

Il lavoratore deve essere, di norma, adibito alla sede di lavoro convenuta all’atto dell’assunzione. La legge e i contratti collettivi tuttavia prevedono ipotesi in cui la sede di lavoro possa essere modificata unilateralmente dal datore di lavoro (tenendo conto che, nel caso di consenso tra datore di lavoro e lavoratore, è sempre possibile e senza limitazione modificare la sede di lavoro).

La modifica definitiva della sede di lavoro da parte del datore di lavoro è definita trasferimento ed è un istituto diverso dalla missione o dalla trasferta che invece attengono i casi in cui la modifica del luogo di lavoro sia solo temporanea. A quest’ultimo proposito è bene che sino tenuti ben distinti i due istituti, perché le regole che li disciplinano sono molto diverse. 

Ebbene il pilastro normativo del trasferimento del lavoratore è costituito dall’art. 2103 del codice civile, che recita:  Il lavoratore non può essere trasferito da un’unità produttiva ad un’altra se non per comprovate ragioni tecniche, organizzative e produttive.

La norma del trasferimento quindi consente al datore di lavoro di trasferire definitivamente il lavoratore in un’altra sede solo se ricorrono delle motivazioni specifiche (tecniche, organizzative e produttive) e se le motivazioni stesse siano “comprovate”, ovvero supportate da prove effettive. Laddove dette ragioni non sussistono il lavoratore – anche tramite il suo legale – potrà inviare una lettera di impugnazione del trasferimento, ma attenzione: è necessario impugnare il trasferimento entro 60 giorni.

Come molto spesso accade il legislatore ha scelto di non elencare quali siano i casi concreti in cui sia possibile il trasferimento (come ad esempio non elenca i casi di giusta causa di dimissioni) ed è quindi per questo che sul trasferimento di sede esiste un alto tasso di contenzioso e litigiosità, perché spesso quella che è una valida ragione tecnica per il trasferimento secondo il datore di lavoro non lo è affatto per il dipendente. 

Anche i contratti collettivi raramente offrono degli spunti esemplificativi in ordine ai casi di trasferimento del lavoratore legittimo.

Infine, non viene considerato soggetto alle normali regole sul trasferimento il caso in cui venga chiusa una unità produttiva.

Per valutare quindi la legittimità di un trasferimento del lavoratore in un caso concreto – e quindi capire se valga o meno la pena inviare la lettera di impugnazione del licenziamento di cui puoi scaricare in fondo all’articolo il modello – occorre necessariamente conoscere la giurisprudenza del lavoro ed è quindi opportuno rivolgersi ad un avvocato del lavoro con esperienza che possa indicare al lavoratore, nel caso concreto, se ricorra o meno un trasferimento di sede legittimo. 

Come anticipato, in fondo a questa pagina potrai scaricare un modello per impugnare il trasferimento di sede, laddove ne fossi stato vittima. 

Ti suggeriamo comunque di affidarti ad un avvocato del lavoro esperto e competente per gestire una delicata situazione come il trasferimento di sede. 
Spesso, infatti, in casi come questi, non solo occorre sapere se il datore di lavoro sta facendo una richiesta legittima o meno, ma si aprono anche fratture tra il datore di lavoro e il dipendente che potrebbero determinare la risoluzione del rapporto, ed è di tutta evidenza come, se si versasse in questo caso, sarebbe assolutamente indispensabile essere affiancati da un giuslavorista per gestire al meglio la posizione e massimizzare i risultati, magari convertendo una situazione stressante e delicata in una vera e propria opportunità. Per questi motivi, scarica pure il modello che ti offriamo gratuitamente, ma considera, per ottenere risultati soddisfacenti, di fissare all più presto un appuntamento col nostro studio.

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