In fondo all’articolo si trova il modello di risposta a una lettera di richiamo, scaricabile gratuitamente.
La lettera di richiamo è l’espressione del potere disciplinare che la legge attribuisce al datore di lavoro, in aggiunta al potere di controllo e direttivo.
Il potere direttivo consente al datore di dare ordini ai dipendenti, stabilendo cosa devono fare ed entro quali termini, purchè la richiesta avvenga nell’ambito dei limiti stabiliti dalle leggi e dal contratto collettivo.
Il potere di controllo invece consente al datore di lavoro di verificare e, appunto, controllare, l’operato del dipendente.
Laddove, durante l’esercizio del potere di controllo, il datore di lavoro ritenga che il lavoratore sia stato negligente nello svolgimento dell’attività lavorativa, allora può esercitare l’ultimo dei propri poteri, ovvero quello disciplinare.
Questo potere si esercita nelle forme stabilite dalla legge e dai contratti collettivi. Anzitutto il datore di lavoro deve inviare al dipendente una lettera di richiamo.
I fatti contestati nella lettera di richiamo devono essere precisi (con riferimento a tempo, luogo e oggetto dell’evento) e tempestivi rispetto al loro accadimento.
A fronte delle contestazioni il dipendente deve dare risposta alla lettera di richiamo e, si può trovare sotto l’articolo un modello scaricabile redatto dal nostro Studio.
Tempi di risposta alla lettera di richiamo
Di norma la risposta deve essere fornita in 5 giorni di calendario (compresi sabati, domeniche e festivi) ma termini diversi potrebbero essere stabiliti dai contratti collettivi.
Una volta ricevuta la risposta alla lettera di richiamo il datore di lavoro può punire il dipendente con una sanzione che può essere il richiamo scritto, la multa o la sospensione dal lavoro e dalla retribuzione. Nei casi più gravi (es. furto, rissa, ecc) può arrivare anche la sanzione massima del licenziamento. Di norma i contratti collettivi indicano quali comportamenti sono disciplinarmente rilevanti e con quali sanzioni possono essere puniti.
Nella risposta alla lettera di richiamo occorre essere sintetici. In linea generale, salvo evidenza, non è opportuna l’ammissione di responsabilità alleggerirebbe l’onere del datore di lavoro di provare il fatto e la responsabilità del fatto.
È quindi più opportuno dire che si contesta recisamente l’addebito, e in tal senso è stato redatto il nostro modello di risposta a lettera di richiamo.
In ogni caso, ricordiamo che è assolutamente opportuno, quando si riceve una lettera di richiamo, rivolgersi al nostro studio per essere assistiti nella redazione delle difese che, specialmente nei casi più gravi che potrebbero portare al licenziamento, è indispensabile siano pensate da un avvocato del lavoro, onde non pregiudicare l’esito di un futuro ed eventuale giudizio contro la sanzione disciplinare.
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Mi chiamo Andrea Mannino e sono un avvocato specializzato in Diritto del Lavoro.
Rivolgiti a me per qualunque problema legato alla sfera lavorativa.