Quali sono i diritti per il prestatore di lavoro nel contratto a chiamata, come funziona questo particolare contratto?
Per poter rispondere a questa domanda è necessario approfondire questo istituto che è regolato da una norma del 2015 (d.lgs. 81). La normativa, in realtà, non parla di contratto a chiamata ma di lavoro intermittente. Quindi si possono usare indistintamente entrambe le espressioni.
Come funziona il contratto a chiamata?
Il contratto a chiamata è un contratto che può essere a termine o a tempo indeterminato nell’ambito del quale il lavoratore si pone a disposizione di un datore di lavoro che ne può utilizzare la prestazione lavorativa in modo discontinuo o intermittente.
Si pensi al caso di un ristorante che può avvalersi di un lavoratore chiamandolo nelle giornate di maggiore affluenza.
Si può utilizzare il contratto a chiamata solo per i settori stabiliti dal decreto del Ministero del lavoro oppure se è previsto nel contratto collettivo di riferimento. In ogni caso il contratto a chiamata può essere concluso con soggetti di meno di 24 anni di età o con più di 55 anni.
Infine, come ultimo limite, con l’eccezione dei settori del turismo, dei pubblici esercizi e dello spettacolo, il contratto di lavoro intermittente è ammesso, per ciascun lavoratore con il medesimo datore di lavoro, per un periodo complessivamente non superiore a quattrocento giornate di effettivo lavoro nell’arco di tre anni solari.
I diritti del lavoratore nel contratto a chiamata
In caso di superamento dei limiti temporali sopra descritti, tra i primi diritti del lavoratore nel contratto a chiamata c’è quello alla trasformazione del rapporto di lavoro a tempo pieno e indeterminato.
Tra gli svantaggi del lavoratore nel contratto a chiamata c’è la mancanza di una retribuzione nei periodi in cui non viene utilizzata la prestazione, salvo che questo abbia garantito al datore di lavoro la propria disponibilità a rispondere alle chiamate, nel qual caso gli spetta una indennità di disponibilità.
Nel contratto a chiamata il lavoratore ha diritto al trattamento economico previsto dal contratto collettivo applicato, e, più in generale, a tutte le tutele previste dalla legge e dal CCNL.
Tra i diritti del lavoratore nel contratto a chiamata, quindi, ci sono, oltre al pagamento della retribuzione, il diritto alle mensilità aggiuntive, al TFR, alle maggiorazioni per lavoro straordinario, ecc.
Infine, il lavoratore a chiamata non deve ricevere un trattamento economico e normativo complessivamente meno favorevole rispetto ad un altro lavoratore dell’impresa di pari livello.
Se pensi che alcuni dei tuoi diritti nel contratto a chiamata siano stati lesi rivolgiti con fiducia al nostro studio.

Mi chiamo Andrea Mannino e sono un avvocato specializzato in Diritto del Lavoro.
Rivolgiti a me per qualunque problema legato alla sfera lavorativa.