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Come negoziare una buonuscita

La gestione degli accordi di buonuscita è molto delicata e, per negoziare un accordo vantaggioso, è sempre richiesta l’assistenza da parte di un Avvocato del Lavoro.

Per valutare la buonuscita, infatti, non è sufficiente fermarsi alla valutazione della sua quantificazione economica (dato pur importantissimo) ma è indispensabile verificare tutta una serie di elementi, tra i quali:

  • modalità di risoluzione,
  • preavviso,
  • gestione dei benefit,
  • titoli di erogazione delle somme,
  • possibilità di outplacement,
  • referenze ecc.

Entriamo quindi più nel dettaglio su cosa occorre considerare per negoziare un accordo di buonuscita.

Negoziare una buonuscita: gli errori da non fare

Anzitutto si deve partire dalla valutazione di congruità della proposta di buonuscita. In questo contesto, molto dipende dalla volontà del datore di lavoro di risolvere il rapporto di lavoro: se non c’è questa volontà, diventa difficile ottenere buoni risultati. In questo senso, quindi, quando il dipendente punta ad un accordo di uscita, e il datore di lavoro ha manifestato interesse in tal senso, occorre non manifestare il desiderio di uscire dall’azienda perchè si rivelerebbe controproducente.

In linea generale, comunque, per valutare la congruità dell’accordo si devono avere a mente le regole sui licenziamenti, ovvero conoscere le conseguenze a cui si esporrebbe un datore di lavoro in caso di licenziamento ingiusto.

La materia è molto complessa ma in questa sede possiamo considerare un range di 12 – 24 mensilità, tenendo conto dell’incidenza anche dei rate delle mensilità aggiuntive, dei premi, ecc, che dovranno essere considerate per quantificare l’incentivo all’esodo.

Importantissimo è l’accordo sul preavviso, che comunque è diritto del dipendente.

Rilevante, ai fini dell’accesso al trattamento di disoccupazione, è identificare nell’accordo di risoluzione una modalità che lo consenta, tenendo conto che l’Inps non eroga la disoccupazione per i casi di inoccupazione volontaria.

La sostanza di interesse per il dipendente nell’accordo di buonuscita è rappresentata dal grado di tassazione che le somme erogate avranno. L’incentivo all’esodo, in base al titolo per cui viene erogato, può al netto essere molto diverso.

Nella valutazione dell’incentivo all’esodo e dell’accordo di buonuscita dovrà poi essere valutata anche la componente dei benefit, potrà essere opportuno chiedere il rilascio di lettera di referenza e servizi di outplacement.

Tutte le questioni dovranno essere affrontate con l’Avvocato del Lavoro per una valutazione complessiva e per negoziare un accordo di uscita in linea con le aspettative, tenendo conto che i datori di lavoro, in genere, dovranno farsi carico anche dei costi di assistenza legale.

Andrea Mannino avvocato del lavoro dirittilavoro

Mi chiamo Andrea Mannino e sono un avvocato specializzato in Diritto del Lavoro.

Rivolgiti a me per qualunque problema legato alla sfera lavorativa.

2 commenti su “Come negoziare una buonuscita”

  1. salve la mia azienda privata 400 dipendenti ,mi propone accordo consensuale con buonauscita ho a settembre 41 anni di contributi 5 mesi di ferie 57 anni d eta e da 24 anni lavoro in questa azienda . vale anche per mè il conteggio statale . 80% dell ultimo anno lordo diviso 12 x 24 anni da lavoro ? grazie saluti alessandro

    1. Buon giorno, non ci è chiaro cosa intenda con “conteggio statale”. Purtroppo non è quindi possibile risponderle senza fare un esame specifico della sua posizione. Non esisti a contattarci per un approfondimento.

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